Missionaria francescana, Sr Marcella Catozza è stata chiamata a mettere in gioco il suo carisma educativo dapprima in Albania poi in Brasile fino al 2005. Dopo di allora è rimasta ad Haiti a guidare la scuola Kay Pe’ Gius nella grande baraccopoli di Waf Jeremie, giudicata come la più pericolosa al mondo. Così è sorta un’importante opera educativa e un centro di accoglienza per 150 bambini orfani o abbandonati.
Nel 2024, suor Marcella, in seguito alle minacce da parte di gruppi armati, non è più potuta rientrare nel Paese. Eppure il lavoro prosegue. “Sì, la storia continua – dice Sr Marcella – ed è davvero un miracolo che la violenza di Port au Prince e di Waf Jeremie in particolare non impediscano alla Kay di continuare il suo cammino. Sono arrivate le pagelle e tanti bambini stanno avendo ottimi risultati, anche se i livelli sono ancora bassi. Ma è l’unica possibilità che abbiamo! E c’è anche una classe speciale per quelli ritenuti ritardati o poco inclini all’apprendimento, e anche loro stanno migliorando. Qualche problema alla scuola materna – prosegue Sr Marcella – perché, in seguito all’estrema violenza del quartiere, diverse maestre hanno abbandonato. Sto cercando di spiegare ai responsabili che non essendoci io devono essere loro a far capire ai nuovi insegnanti che cos’è veramente la Kay.’
‘Eppure – conclude la religiosa – l fatto che io non sia più lì, almeno fisicamente, o che il paese viva la violenza che vive, non ci autorizza ad abbassare il livello della proposta che facciamo ai nostri ragazzi, li tradiremmo se, dicendo “poverini”, gli concedessimo tutto. Per questo abbiamo deciso di negoziare l’uso del cellulare…. anche loro devono fare le loro scelte, a partire da ciò che il cuore desidera veramente.’
E’ con questa grinta e con questa determinazione che Sr Marcella dall’inizio dell’anno si trova in Madagascar per continuare la sua opera missionaria attraverso la fondazione e la gestione di una casa di accoglienza per ragazzi. Il 25 gennaio c’è stata la posa della prima pietra, presenti gli abitanti del villaggio, diverse suore e padri, qualche volontario e due vescovi. Con qualche margine, per tenere conto dei tempi africani, l’inaugurazione è prevista il giorno 4 ottobre 2025, giorno di San Francesco.
Insieme al cantiere per la costruzione della casa, Sr Marcella e i suoi collaboratori hanno preso contatti con i salesiani di Tana che hanno un’opera educativa straordinaria, con 300 ragazzi, di cui 150 residenti nella struttura e gli altri che rientrano a casa la sera. Ragazzi salvati dalla strada, e che strade, quelle africane!, che ora studiano nella scuola professionale interna per imparare il lavoro di meccanico, agronomo, falegname. Ed è proprio a questo laboratorio di falegnameria che sono stati commissionati tutti gli arredi della nuova casa di accoglienza: letti, armadi, librerie, scrivanie, tavoli e sedie.
Poi ci sarà bisogno di installare pannelli solari, poiché a Morarano Gare non arriva l’elettricità, e si sta iniziando a programmare anche la costruzione di un ospedale.
Per questa importante opera servono tante risorse, ma anche appassionati compagni di lavoro e generosi gesti di carità. Intanto Orizzonti ha iniziato partecipando al finanziamento di un bel Toyota fuoristrada, indispensabile per collegare alla città il luogo remoto in cui sorgerà la casa e i tanti villaggi sparsi nella foresta malgascia.